In questo articolo tratteremo i temi seguenti:
In presenza di un conflitto la terapia di coppia risulta sempre molto utile.
La terapia di coppia dà la possibilità di esporre davanti a un terzo alcune problematiche che, se contenute nella sola intimità, tenderebbero a stratificarsi e ad aggravarsi.
La coppia è una realtà dove convivono differenze di vario genere e evolve trasformandosi sia nella vita affettiva che relazionale.
La sfera sessuale di una coppia, può essere migliorata attraverso indicazioni e consigli, e è trattata dal terapeuta come un comune sintomo.
E’ considerata un mezzo molto utile per scoprire le problematiche sedimentate in un rapporto e, al contempo, nelle singole individualità.
La relazione di coppia nel tempo cambia e questo può portare disagio perché non sempre i cambiamenti sono capiti dal partner.
Spesso pensiamo che le difficoltà possono essere aggiustate con l’impegno e la buona volontà ma non sempre è così semplice e tutto può cronicizzare.
La terapia di coppia a Padova può far emergere conflitti mai detti che portano spesso a incomprensioni e aggressività e il terapeuta aiuta a comprendere e modificare.
Il terapeuta con la coppia individua quale percorso fare e quali sono gli obiettivi da raggiungere insieme.
I due partner impareranno a gestire la loro coppia diversamente mettendo in discussione i vari problemi senza cadere nell’aggressività e nelle colpe reciproche.
La terapia di coppia diventa fondamentale quando ci sono problemi sessuali che il sessuologo, attraverso mansioni che i partner fanno a casa, può risolvere.

Il silenzio nei litigi di coppia: bene o male?
Vita di coppia: la questione del “silence treatment” cioè il trattamento del silenzio
Dopo un litigio o una discussione pesante usare la non comunicazione, il “silenzio rumoroso” che non esprime che vuoi stare zitto ma fare più rumore possibile per poterti far sentire con più forza.
Quando si è in questa fase della comunicazione, diventa molto particolare dove, ad esempio esci dalla stanza quando lui entra o lo saluti in maniera decisa andandotene senza spiegazioni o eviti qualsiasi contatto fisico come sfiorarlo se sei vicino o allontanarti subito se capita che sia lui/lei ad avvicinarsi
A cosa serve fare gesti eclatanti come lanciare piatti o improperi?
Con la forse invitiamo con più facilità il partner a parlare, ascoltare, rispondere ai quesiti che poniamo? No non è così, non è una tecnica dolce.
Ricordiamoci, che la tattica del silenzio è la peggiore delle punizioni perché genera nell’altro ansie, sensazioni di abbandono, dubbi, colpevolizzazioni come se si subisse un dolore fisico.
Cosa fare allora quando non ci sono più parole e ci sentiamo prosciugati e senza più empatia?
La prima cosa è non affidarsi a messaggi attraverso i social o emoji passivi-aggressivi ma lasciar scorrere un po’ di tempo e scrivere una lettera, si le vecchie lettere con la penna e la nostra scrittura che diventa così più intima e personalizzata e aiuta ad esprimere messaggi non rabbiosi ma a cercare le mediazioni che servono a rimettere insieme i cocci.
Dormire separati? Fine dell’amore?
Siamo ancora legati al pregiudizio che dormire separati significa non amarsi più? Oppure si potrebbe pensare che non c’è il “divorzio da sonno” ma solo il “dormire bene”.
Spesso in terapia le coppie mi chiedono se è un motivo di preoccupazione desiderare di dormire separati perché quando devono passare la notte con il partner, cominciano ad innervosirsi pensando che per l’ennesima notte li aspettano russamenti e altre piacevolezze che portano a sonni non tranquilli e continui risvegli.
L’idea di dividere il letto con la persona che ami, ma che è responsabile del continuo rigirarti tra le lenzuola per cercare di addormentarti, diventa un punto critico della relazione per cui molte persone scelgono di non dormire insieme andando contro a vecchie concezioni che affermavano il discorso che i letti separati sono un preavviso che le cose non vanno bene e possono essere l’anticamera del divorzio.
Sappiamo, da uno studio britannico, che nel 2020 l’89% delle coppie, cioè una su sei, dormiva separata anche in stanze diverse ed era circa il doppio rispetto al 2009.
Un medico specializzato nei disturbi del sonno afferma che le ragioni alla base del divorzio da sonno disturbato possono essere legittime perché il sonno è qualcosa di molto personale ma siamo convinti che il partner debba accettare il fatto di dormire con noi anche se non ne è soddisfatto e tutto questo per il resto della vita.
Il ritmo circadiano è un vero e proprio orologio interno controllato da una parte del cervello che ci aiuta a distinguere tra giorno e notte e il conflitto può crearsi quando le coppie hanno ritmi circadiani diversi che portano a creare problemi nelle coppie.
Accade spesso di vedere pazienti che non avevano alcun problema finché non hanno iniziato una convivenza e hanno cambiato i propri ritmi di sonno dove i partner cercano di adeguarsi al ritmo circadiano dell’altro, con il risultato di restare più a lungo svegli e con un giorno dopo difficile da affrontare fatto di malumore, stanchezza e cattivi risultati nel lavoro.
A causa dei vecchi pregiudizi molte persone si vergognano o hanno paura di offendere il partner dicendo che vorrebbero cambiare la situazione “camera da letto”, ma sono riluttanti a fare il primo passo continuando a soffrire di tutti quei sintomi che ne derivano, come l’insonnia, e cercando varie strategie perché pensano che potrebbero nascere problemi di coppia.
Nel corso della storia, il nostro atteggiamento nei confronti del dormire insieme o separati è cambiato radicalmente.
In epoca vittoriana, era di rigore che le coppie dormissero separate, se potevano permetterselo. Negli anni ’50, a causa delle regole di Hollywood, nella sitcom I Love Lucy vedevamo coppie sposate che dormivano separate per una forma di moralismo bacchettone e imperante. Il National Geographic, per quello che riguarda l’antica Roma, ci comunica che, anche se le coppie usavano di solito un unico letto per conversazioni profonde e intimità fisica, non era insolito che andassero poi in spazi separati una volta giunta l’ora di dormire.
Nel periodo della rivoluzione sessuale degli anni ’60 abbiamo assistito ad un cambiamento come ribellione contro le idee perbeniste. A quel punto, la definizione letterale di dormire insieme, cioè condividere il letto aveva il significato di fare sesso e così l’idea era che dormire insieme equivaleva a una coppia felice, mentre dormire separati è diventato sinonimo di una relazione infelice e senza sesso.
Nel 2025 l’Hilton Hotels ha attuato uno studio vedendo che il 63% dei viaggiatori ha dichiarato di riposare più tranquillamente quando dorme da solo, mentre il 37% ha confessato di preferire letti separati quando è in vacanza in coppia. Nel 2025, il resort a cinque stelle Lough Erne, nell’Irlanda del Nord, ha persino ampliato la sua offerta per San Valentino includendo un pacchetto “Sleep Divorce”: un pernottamento in un lodge con due camere da letto “per le coppie che apprezzano sia il romanticismo che la qualità del sonno“.
Per il rapporto sia sociale che fisico il letto è importante e può risultare difficoltoso avere un’intimità sessuale in camere separate e bisognerebbe andare a letto insieme se si vogliono avere dei rapporti sessuali, e poi andare nel proprio letto solo quando si cerca di dormire.
Ci sono studi sia a favore che contro il divorzio del sonno, come quello fatto nel 2022 dall’American Academy of Sleep Medicine che ha visto che le persone che dormivano con un partner avevano livelli più bassi di depressione, ansia e stress rispetto a quelle che dormivano da sole. Un altro studio del 2023 sull’impatto della scarsa qualità del sonno sulle dinamiche di coppia pubblicato sul Journal of Social and Personal Relationships ha scoperto che un’inferiore qualità del sonno era collegata a un aumento della rabbia e a una qualità inferiore della relazione dimostrando che dormire bene non è solo fondamentale per il nostro benessere individuale e la nostra salute mentale e fisica, ma è anche vitale per una sana relazione.
È importante ricordarsi che il letto è uno spazio pieno di significati per le coppie, quindi è proprio la tendenza a reagire sbattendosi la porta della camera da letto alle spalle che fa insorgere problemi nella relazione perché significa che uno dei partner si sente ferito e abbandonato, mentre l’altro dorme con qualcuno che lo tiene sveglio la notte, causando frustrazione, rabbia e risentimento, tutti sentimenti che influiscono negativamente sulla relazione.
Allora che fare? Bisogna iniziare con una conversazione razionale, aperta e onesta durante il giorno, usando frasi in prima persona per evitare di instillare sensi di colpa e vergogna.
Se si vuole dormire insieme possono essere usate strategie come i tappi per le orecchie o convincere il partner che per la sua salute deve andare da uno specialista che possa rimediare al russare monitorando e dando delle soluzioni visto che l’apnea notturna non fa bene alla salute o usare nel letto matrimoniale piumoni separati e così per le coperte termiche.
Come in tutte le situazioni che riguardano la coppia c’è la necessità di arrivare a delle mediazioni che comprendono compromessi e accettazioni dove nel caso del dormire insieme riguardano la qualità del sonno per decidere qual è la migliore che dia, il giorno dopo, una qualità di vita soddisfacente.
Cosa significa terapia di coppia
Se c’è una coppia allora esiste una relazione nel cui interno si creano dei conflitti che portano a dinamiche non costruttive, per cui c’è la necessità di analizzarle per cercare di risolverle e prevenirle e in questo può entrare come aiuto una terapia di coppia.
La mia esperienza più che ventennale sui rapporti di coppia mi fa pensare che i problemi che mi vengono posti di più riguardano tradimenti, gelosia, nascita dei figli e interferenze della famiglia di origine.
Per approfondire questo argomento, leggi il mio articolo su “Psicologia del tradimento: cosa ci spinge a tradire?”
Terapia di coppia a cosa serve
Tutto questo porta a dedurre che la mancanza di comunicazione o discussioni aggressive e distruttive derivanti dai motivi che ho appena descritto, diventano la strada per andare verso la chiusura completa dei rapporti.

Sicuramente la terapia di coppia non produce effetti negativi ma aiuta nella conoscenza delle dinamiche e dei desideri che i partner non sempre hanno il coraggio di esprimere, specialmente se si tratta di sessualità.
Per approfondire questo argomento, leggi il mio articolo su “Cosa aspettarsi dalla terapia di coppia”
Con l’avvento dei social ci sono spesso coppie che scoprono desideri che non hanno mai confessato al partner, come ad esempio la dipendenza dai siti porno, e ho visto coppie dove la compagna scoprendo tutto questo era talmente frustrata che voleva separarsi dicendo che quello non era l’uomo che lei aveva conosciuto.
Queste situazioni possono effettivamente essere devastanti se non interviene una mediazione che possa togliere o per lo meno sedare l’aggressività e le frustrazioni della partner che vive tutto come un vero e proprio tradimento, senza rendersi conto che spesso è un problema che l’uomo sviluppa così per situazioni infantili che non ha mai affrontato o per superare momenti di depressione.

Per poter affrontare una terapia di coppia bisogna essere convinti che è un passo da fare solo se c’è una collaborazione di lavoro e di cambiamenti da parte di tutti e due, perché qualche volta ho visto che la coppia usava la terapia solo per rimproverarsi a vicenda, o solo perché voleva che fosse solo lui o lei a cambiare non mettendosi mai in gioco perché:” io non ho nessuna colpa ma il problema è solo suo”.
Per approfondire questo argomento, leggi il mio articolo su “Senso di colpa: cos’è e come sconfiggerlo con la terapia”
Devo dire che in tanti anni non ho trovato mai le colpe solo da una parte!
Terapia di coppia per amanti
La domanda che viene spontanea è: ma è possibile? Solo la coppia legittima e legalizzata può fare una terapia di coppia? Sono solo pregiudizi o ci sono anche verità?
Sembra quasi paradossale ma parliamo pur sempre di coppia e di problemi che si creano anche se per quello che riguarda le coppie “legali” il fatto che uno dei due abbia una storia parallela porta a non poter fare una terapia perché c’è un ostacolo che inevitabilmente divide e alza un muro sulle mediazioni che dovrebbero ottenersi.
Sicuramente lo psicoterapeuta deve avere ben chiara la situazione delle coppie , specialmente quelle “illegali”, e deve poter mettere delle regole che devono essere rispettate, come la motivazione che ha portato la coppia a decidere per una terapia e l’obiettivo finale che vogliono ottenere.
Indubbiamente lo psicoterapeuta deve sempre avere presente il suo ruolo di non giudizio morale e di codice deontologico che, come professionista sanitario, è di puntare solo al benessere del suo paziente, accogliendo la domanda che gli viene fatta e aiutarli a ritrovare il benessere e la qualità di vita.
Un buon esempio è il film del 2017 che si chiamava proprio “Terapia di coppia per amanti” tratto dal romanzo di Diego De Silva, dove il rapporto complicato e tormentato dei due li porta a decidere per una terapia anche se, come capita realmente, è lei che trascina lui ad andare a fare una terapia di coppia.
Spesso nelle “relazioni clandestine” coesistono sentimenti ambivalenti che inizialmente non sembravano importanti e poi, con il passare del tempo la relazione assume un aspetto meno segreto e le pretese aumentano facendo litigare i due amanti.
Per approfondire questo argomento, leggi il mio articolo su “Poliamore o Coppia aperta: opportunità o pericolo?”
Come funziona la terapia di coppia per amanti
Sicuramente il voler andare a fare una terapia di coppia con l’amante ci fa capire che si vuole salvare dal naufragio questa coppia clandestina e che, forse, è più importante di quella ufficiale.
Ecco che ci si accorge che la coppia è in crisi, che ci sono malintesi, incomprensioni, e che non fila più liscio come prima dove bastava avere un piccolo spazio per vedersi che già c’era il batticuore, dove solo il pensiero del rapporto sessuale era di supporto a pensieri e sentimenti amorevoli e a quel batticuore che ci piace tanto.

Arrivano gelosie, piccoli litigi, il rinfacciare e cercare vendetta dove le riconciliazioni cominciano a far vedere che la trama non è più così compatta e stanno creandosi dei buchi che bisogna rammendare.
Per approfondire questo argomento, leggi il mio articolo su “Gelosia nella coppia: come nasce e come superarla”
La terapia di coppia diventa valida proprio per riuscire a riallacciare i fili che si sono spezzati e rendersi conto quanto è valido ancora l’interesse della relazione nel futuro, visto che il termine “amanti” indica un presente, un qui ed ora dove il progetto futuro, almeno all’inizio, non c’era.
E’ un atto dimostrativo che indica che c’è il volere di riconsolidare o dare una svolta diversa al rapporto non ufficiale, ma può capitare che non sia un obiettivo comune a tutti e due i partner, per cui alla fine risulta che la terapia di coppia scopre il non detto che si riassume nella frase “ho capito che non voglio stare più con te”.

Litigi di coppia: quanti sono?
Perché le coppie litigano? Quali sono gli argomenti che fanno scoppiare gli scontri e le discussioni più accese?
Alcuni sostengono che le liti servono a rafforzare il legame di coppia e altri invece che il rapporto si logora ma, sicuramente come spiega un sondaggio, in coppia litigano un po’ tutti e sono abbastanza frequenti.
Il 34% delle coppie interpellate ha dichiarato di litigare almeno una volta a settimana, ma c’è chi si spinge decisamente oltre, facendo della lite il suo vivere quotidiano perchè una coppia su 10 dice di trovare ogni giorno un motivo per litigare, mentre un 14% delle persone ha ammesso di discutere tendenzialmente una volta al mese e un buon 41% che assicura di litigare con il partner solo raramente.
Quali sono le scintille che accendono il fuoco dei litigi?
Il 37% afferma che a scatenare i litigi è la convivenza, un dato abbastanza logico considerando che, secondo il Rapporto sul Settore Nuziale 2025 pubblicato sempre da Matrimonio.com, l’80% delle coppie che si sposano vive già insieme. E’ quindi normale che la vita di coppia nella convivenza genera battibecchi dovuti a punti di vista diversi sulla gestione familiare.
Quando non è il ménage domestico a provocare le liti tra partner, ecco avanzare un altro grande e temuto argomento della vita a due che spessissimo trovo nelle discussioni quando faccio della terapia di coppia, che sono i rapporti con le famiglie di origine cominciando dai suoceri.
Almeno il 23% degli utenti coinvolti nel sondaggio dicono che uno dei principali motivi che li porta a discutere ha proprio a che fare con alcune piccole, e mal tollerate ingerenze esterne, specialmente quando si insinuano nel rapporto le rispettive famiglie.
Ma se convivenza e invadenza dei suoceri sono tra i temi più caldi, sembrerebbero esserci anche altri motivi che portano le coppie a discutere: la gelosia (15%), la gestione dei soldi (per l’11%) e l’educazione dei figli (5%), un motivo, quest’ultimo, che non sorprende, visto che attualmente il 30% delle coppie ha già dei figli avuti prima del matrimonio, oltre al fatto che a creare litigi tra i partner ci pensano politica e/o religione.
Bisogna porre attenzione a come vengono gestiti. Secondo una recente ricerca della Toronto Metropolitan University, non è il litigio in sé a minacciare una relazione, quanto piuttosto il modo in cui si discute. Il processo di discussione e gestione del conflitto è importante.
I ricercatori hanno scoperto infatti che, durante una lite, i comportamenti positivi da parte di un partner tendevano a suscitare risposte positive dall’altro, mentre i comportamenti negativi producevano risposte negative e possiamo osservare che, con il passare del tempo, le coppie si mostravano più in sintonia durante le discussioni, specialmente quando adottavano uno stile di interazione più positivo. Il comportamento tenuto durante una discussione, influenza la reazione del partner: e se un modo di porsi ostile aumenta la distanza, un approccio positivo, può favorire la risoluzione del problema.
Quando fare terapia di coppia
Sembra logico e naturale pensare che quando la coppia è in difficoltà, la soluzione migliore sarebbe andare a chiedere aiuto ad una terapia di coppia, ma non è così perché la decisione viene quasi sempre presa in ritardo con gli animi esacerbati, rabbiosi e vendicativi dove la mediazione diventa sempre più difficoltosa.

Sappiamo, attraverso le terapie che proponiamo, che quasi sempre la terapia è una soluzione per capire meglio la coppia che deve rendersi conto di come si creano le dinamiche che li portano ai litigi e li allontanano sempre più dai sentimenti d’amore che c’erano prima.
Prima vacanza di coppia: banco di prova per la relazione
E’ inutile fare tanti giri di parole perché per una coppia, la prima vacanza insieme è un banco di prova dove le aspettative sono molto alte e perché si trascorreranno assieme alcuni giorni, 24 ore su 24, conoscendo veramente bene l’altra persona, in tutte le sue abitudini. E se non ci vanno bene? E se le abitudini dell’altro sono in contrasto con le nostre? Senza contare poi il sesso che dovrebbe essere, nelle aspettative dei due partner, perfetto o quasi.
Sono momenti fondamentali nella relazione, che non si scorderanno mai sia positivamente, che negativamente perchè la vacanza permette di capire quanto si è effettivamente in sintonia e se sarà così anche nei periodi successivi e sappiamo che questo accade perché, generalmente, la vacanza rappresenta il primo momento in cui la maggior parte del tempo viene trascorso insieme, e un conto è vedersi per alcune ore solo nei fine settimana, un altro trascorrere assieme la maggior parte del tempo per un periodo di diversi giorni dove imprevisti e incomprensioni possono rendere la coppia insicura e demotivata.
La comunicazione verbale, soprattutto i primi tempi diventa fondamentale per la conoscenza, anche da quando si organizza il viaggio: parlando delle proprie aspettative, di dove voler andare e del tipo di vacanza che si ha in mente e condividere le previsioni del viaggio sicuramente migliora la qualità della relazione.
Anche mettere in chiaro quanto si vuole spendere per il viaggio e per le attività che sono a disposizione della vacanza, perché sebbene i soldi non siano tutto, sono un elemento importante nelle relazioni e riuscire a parlarne apertamente significa trovare il giusto compromesso che è un elemento essenziale per qualsiasi viaggio e nella relazione di successo, non si devono creare angoli bui che possono produrre malintesi e litigi.
Sicuramente il sesso è fondamentale in una coppia e, specialmente, pieno di aspettative dove la vacanza è il momento ideale per sperimentare e conoscersi meglio, complice l’aver a disposizione più tempo, ma la cosa migliore è cercare di non farlo diventare un’ossessione.
Anche in questo caso, può essere utile parlare in anticipo di cosa ci si aspetta dalla sessualità in vacanza perché parlarne senza imbarazzo può essere utile e bisogna rendersi conto che l’idea che in vacanza “si debba fare più sesso” può diventare un’arma a doppio taglio.
L’intimità dovrebbe essere spontanea e non diventare quasi un dovere. Inoltre, possono incorrere diversi imprevisti sul lato fisico (come ad esempio dolori, infiammazioni o stati di malessere non relazionati con la sessualità) che possono rendere più difficili i rapporti e possono insorgere difficoltà legate agli aspetti emotivi della novità dove l’ansia da prestazione sia maschile che femminile è facile da sperimentare.
A volte potremmo trovare una sistemazione che non garantisce la giusta sensazione di intimità, o anche semplicemente il fatto di ritrovarsi in un letto che non è il proprio, possono rendere difficoltoso il desiderio sessuale.
Le parole chiave in una vacanza così dovrebbero essere “rilassamento” e “piacere” cercando una vicinanza e una complicità più facili da trovare in situazioni così libere come la vacanza dove il desiderio potrebbe essere stimolato da massaggi o buon cibo o belle passeggiate nella natura magari anche da soli mentre il partner ha il piacere di un pisolino per poi ritrovarsi con un corpo più rilassato e più recettivo all’altro. Non è la quantità di tempo trascorso insieme a determinare la soddisfazione di coppia, ma la qualità di quei momenti.
Se poi per sfortuna dovesse arrivare un imprevisto che rovina un po’ la vacanza, dobbiamo imparare a sdrammatizzare parlandoci e riconciliandoci magari finendo tutto con una bella risata.
Come e perché è utile alle coppie la terapia?
Generalmente per tutte le coppie, sia ufficiali che clandestine, capita che la richiesta sia apparentemente solo di carattere sessuale tipo: lui è un eiaculatore precoce, lei non cerca mai il rapporto sessuale o lo rifiuta o c’è una mancanza di desiderio da parte di tutti e due dove la frase tipica è:” non abbiamo più rapporti da mesi o da anni e viviamo come fratello e sorella”.
Per approfondire questo argomento, leggi il mio articolo su “Eiaculazione Precoce: Cause e Rimedi”
Per quello che mi riguarda, come terapeuta di coppia, cerco sempre di capire quali sono gli obiettivi dei miei pazienti e li tengo presenti durante le terapie, sia di coppia che singole, perché credo che le persone debbano essere responsabili di ottenere un risultato che hanno deciso loro e con le loro motivazioni.
Ad esempio nella terapia di coppia potrebbero emergere, ad un certo punto, delle dinamiche che possono farci scoprire che la focalizzazione iniziale sulla relazione, sul legame dei partner e sui cambiamenti da ottenere ci porti a scoprire che la coppia, in effetti, vuole una separazione che non aveva il coraggio di esprimere.
Per questo non considero un fallimento la terapia proprio perché la finalità più importante è che le persone imparino a conoscersi meglio e a tenere conto delle necessità e dei desideri dell’altro ed è per questo che prima viene decisa la terapia e meglio è.
Indubbiamente ci sono dei sintomi che, se non vengono negati per paura, possono farci capire che la relazione comincia ad accumulare instabilità, malesseri duraturi e incomprensioni che creano un circolo vizioso di frustrazioni e aggressività latenti.
Mi vengono in mente quei caseggiati fatiscenti che ogni tanto vedo dove c’è un cartello che dice:” Attenzione edificio pericolante, non avvicinarsi”!
E’ la stessa cosa che succede alle coppie che non si vogliono rendere conto che la loro costruzione-relazione sta per crollare se non si comincia a restaurare dando vita nuova al vecchio stabile e rendendolo più sicuro.
Quali i segnali più significativi?
- Famiglia di origine che molto spesso si intromette nella nuova coppia creando litigi.
- Tradimenti che fanno uscire la parte peggiore delle coppie con atti vendicativi e sofferenze
Per approfondire questo argomento, leggi il mio articolo su “Mio marito non mi desidera più: cosa fare?”
- Problemi economici
- Educazione dei figli che sono l’occasione di aggressione verso il partner perché ha idee e comportamenti diversi
- Abusi e violenza domestica dove l’uomo maltrattante deve essere aiutato e curato
- Problemi sessuali e dipendenze affettive che sono difficili da confessare
Per approfondire questo argomento, leggi il mio articolo su “Disturbi del desiderio e calo del desiderio sessuale, cause e rimedi”
Spesso nella scelta del partner intervengono giudizi che sono più che altro quello che noi vogliamo che sia piuttosto di quello che è in realtà e che scopriamo dopo un periodo di tempo, e che ci fa vedere una persona che non riconosciamo e così la terapia di coppia può aiutare e rimettere in sesto gli equilibri per non mantenere un legame disfunzionale.
Come funziona una terapia di coppia
Una delle cose che considero più importanti nella terapia di coppia è di cercare di capire molto bene quali sono le ragioni e gli obiettivi che hanno portato i due partner a prendere questa decisione, per poter elaborare insieme strategie di comunicazione che possano portare ad un nuovo equilibrio.
E’ fondamentale che la coppia abbia fiducia nel professionista per poter attivare quella che chiamiamo “alleanza terapeutica” che contribuisce a costruire il nuovo assetto della coppia.
Personalmente faccio un incontro singolo iniziale, sia per rendermi conto della storia passata e attuale della persona, sia per dare la possibilità al paziente di capire se posso aiutarlo, se gli vado bene per attuare insieme un percorso terapeutico.
Dopo posso vedere la coppia insieme se decidono di proseguire e anche a questo punto avranno la possibilità di consultarsi tra loro per capire se la mia persona e la mia tecnica va bene per la loro coppia e i loro obiettivi futuri.
Generalmente a questo punto ci vedremo per circa un’ora e mezza ogni quindici giorni fino al raggiungimento del nostro obiettivo che abbiamo concordato inizialmente, ma che potrebbe anche essere cambiato durante la terapia, per cui alla fine il miglioramento della comunicazione potrebbe far decidere i partner verso una separazione consapevole e serena.
Perchè aumentano le separazioni dopo i 60 anni?
In USA a Hollywood li chiamano “grey divorce” che potrebbero essere tradotti in divorzi tardivi, che fino a qualche anno fa erano impensabili perché c’era il rischio di restare soli e di non avere sostegno sia economico che relazionale, in momenti in cui c’erano più rischi e non ne valeva la pena, ora invece sono aumentati del 40% e dal 2015 al 2021 il numero è quasi raddoppiato.

Osserviamo le persone che conosciamo come parenti, vicini o amici che invece di parlarci della vicina pensione, come un bel sogno o illusione ci comunicano che stanno divorziando, e si dicono addio senza più pensare al vantaggio di avere vicino qualcuno che ci conosce da anni e che dovrebbe essere destinato a prendersi cura di noi.
Sarà l’aspettativa di vita che è aumentata? La medicina che ci ha aggiunto anni di salute e cure psicofisiche? Le donne sono diventate indipendenti e, dopo lavoro e figli, vogliono godersela?
Credo che a questo punto ci sia la scoperta di poter avere stimoli che il vecchio partner non può farci avere più e che invece scopriamo, specialmente noi donne, come una seconda chance della qualità di vita e cerchiamo di approfittarne.

Per approfondire questo argomento, leggi il mio articolo su “Paura di amare: come riconoscerla ed affrontarla”
Le statistiche dicono che i single hanno una durata di vita più breve delle coppie ma questo non significa che a questo punto non possiamo rifare una vera e propria coppia stando insieme con piacere, con affetto e con nuovi stimoli.
In effetti vedo passare nel mio studio coppie che hanno più di 60 o 70 anni e si sono formate da poco, ma che esprimono molta buona volontà e interesse per discutere dei loro problemi, non arrivando all’ultimo momento, come già avevano fatto precedentemente, finendo in una separazione.
Per approfondire questo argomento, leggi il mio articolo su “Benessere sessuale e affettivo”
Bibliografia
R. Weeks, S.R. Treat, Terapia di coppia, 2016 Ed. Franco Angeli
Gottman, Dieci principi per una terapia di coppia efficace, 2017 Ed Raffaello Cortina
Nardone, Correggimi se sbaglio, 2013 ED. Ponte alle Grazie
Hillman, Il codice dell’anima, 1997 Ed Adelphi
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