Ipocondria, la fobia delle malattie
L’ipocondria è una fobia caratterizzata dalla paura delle malattie con sensazioni corporee che sfociano nella convinzione di essere affetto da malattia organica anche grave o mortale ed accompagnata da ansia e ipocondria molto forte.
Nel 2017, rivela Google, in Italia il termine “ipocondriaco” è stato il più cliccato proprio perché la sofferenza del “malato immaginario” è autentica ed in crescita. Ne soffre infatti il 15% della popolazione.
L’ipocondriaco ha paura di ammalarsi con sintomi psicosomatici che gli rovinano l’esistenza, perché il loro pensiero è sempre fissato a controllare il corpo cercando eventuali segnali di malattia, ovunque può trovare un appiglio per “sentirsi malato”.
Andiamo però con ordine e vediamo gli aspetti principali dell’ipocondria, introducendo gli argomenti trattati con questo breve video in cui vi introduco cos’è l’ipocondria.
In questo articolo tratteremo i temi seguenti:
Ipocondria: il significato letterale
Qual è il significato del termine ipocondria, e da dove deriva?
Il termine ipocondria deriva dal greco ὑποχόνδρια, composta dal suffisso υπό (sotto) e χονδρίον (cartilagine del diaframma costale), a indicare un malessere, noto già in epoca antica, che si riteneva localizzato nella fascia addominale. Le cure di conseguenza erano quelle relative ai malori addominali. Solo più tardi si comprese che invece la causa di questo malessere era collegata ad aspetti psicologici dell’individuo.
Wikipedia
L’ipocondriaco è mirabilmente descritto da Molière che scrivendo la celebre commedia “Il malato immaginario”, l’ha fatto vedere come un malato ridicolo e che viene preso in giro dalle persone che lo vedono e che lo considerano eccentrico e preoccupato solo di se stesso.
Freud invece scriveva che, finché dura la sofferenza del malato da un malessere organico, viene ritirato l’interesse libidico, cioè smette di amare.
“L’ipocondriaco ritira dagli oggetti del mondo esterno interesse e libido, e li concentra entrambi sull’organo che lo interessa… prima o poi bisogna ben cominciare ad amare per non ammalarsi e se, in conseguenza di una frustrazione, si diventa incapace di amare, inevitabilmente ci si ammala.”
S. Freud
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I sintomi dell’Ipocondria
I sintomi dell’ipocondria vennero divisi in disturbi dove c’erano dei sintomi reali ma che erano eccessivamente valutati come gravità o disturbi senza nessuna base organica nel 1896, da Emil Kraepelin, psichiatra e psicologo tedesco.
L’ipocondria è riscontrata raramente nell’infanzia, mentre la troviamo di più in adolescenza e nella terza età, in tutti e due i sessi anche se quello femminile sembra più soggetto.
Il DSM-5 (Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali) nomina l’ipocondria nei disturbi da sintomi somatici chiamandolo Disturbo d’ansia da malattia, con un esordio nella prima età adulta e, generalmente, con cronicità.
Quali sono i sintomi dell’ipocondria?
Per poter fare una diagnosi devono essere presenti i seguenti:
- Ansia e ipocondria sono insieme e l’ansia deve essere molto alta e riguardare la salute dell’individuo che si preoccupa esageratamente;
- I sintomi fisici dell’ipocondria possono essere presenti o essere asintomatici ma la preoccupazione di avere qualcosa di molto grave è sempre presente;
- La preoccupazione per una determinata malattia è presente da sei mesi e la patologia può cambiare durante questo periodo;
- La preoccupazione per la malattia non ha altre spiegazioni in disturbi mentali come attacchi di panico, ansia generalizzata, disturbo ossessivo compulsivo o disturbo delirante.
I diversi comportamenti delle persone ipocondriache
Gli ipocondriaci non sono tutti uguali nell’affrontare l’ansia e le paure delle malattie immaginarie.
Alcuni passano il tempo a controllare su internet tutto quello che si riferisce ai loro sintomi, mentre altri consultano medici specialisti nelle varie patologie che pensano di avere e, anche quando vengono rassicurati dal medico, non si fidano e pensano che abbia sbagliato diagnosi, così l’ansia non se ne va.
I dubbi continuano a tormentarli e spesso cercano di convincere anche i familiari con continui discorsi sulla loro malattia comunicando un’ansia da ipocondria che rovina la vita e i rapporti, specialmente, nella coppia.
I familiari cercano di rassicurarli, ma il sollievo dura poco perché, poi, ritornano i pensieri sulla malattia che rovina anche la sessualità nella coppia dove non c’è lo spazio per l’eros e il desiderio, così come nel lavoro dove le preoccupazioni e l’ansia interferiscono e portano ad assenze lavorative.
Il pensiero della malattia è costante come se fosse una passione e non riescono a distaccarsene sentendo i sintomi fisici come se fossero veri, quindi, soffrendo molto.
Altre persone ipocondriache hanno dei comportamenti evitanti, e per calmare l’ansia non ne parlano o non vanno dal medico e non si sottopongono mai ad esami di nessun tipo, nemmeno quelli di routine, facendo finta di niente, pur avendo la convinzione di stare male.
Quali sono le cause dell’ipocondria
Le cause dell’ipocondria possono essere delle gravi malattie vissute nell’infanzia da un membro della famiglia o dagli ipocondriaci stessi. L’ipocondriaco non riconosce che il suo disturbo è un problema psicologico e continua a cercare la malattia immaginaria nell’ambito della medicina.
L’ipocondriaco costruisce la sua identità attraverso la convinzione di essere una persona debole, vulnerabile e con una salute fragile senza difese immunitarie fatta da quando nell’infanzia aveva come specchio figure iperprotettive che l’hanno fatto sentire senza forze per difendersi.
L’ipocondria porta anche dei vantaggi che sono quelli del malato che deve essere protetto e giustificato e l’attenzione di tutti è su di lui gratificandolo e rassicurandolo, come un bambino che ha paura di andare a scuola e dice che ha mal di pancia.
La fobia delle malattie porta proprio lui a essere la vittima del suo inganno perché non è un simulatore, sta male veramente ma non ha la possibilità, come le persone sane hanno, di cercare di stare in salute cercando di non ammalarsi.
La malattia ha come conseguenza che l’ipocondriaco vive l’illusione di non avere nessuna responsabilità di nessun tipo perché non si fa mai una richiesta del genere a una persona malata, e l’ipocondria diventa un rifugio dalle progettualità proprie e degli altri, una fuga da se stessi.
Come aiutare un ipocondriaco
Se conosciamo un soggetto affetto da paura delle malattie, ci si chiede come aiutare un ipocondriaco o quale linguaggio usare, se bisogna dirgli la verità o usare particolari forme verbali di rassicurazione.
Teniamo sempre presente che l’ipocondriaco è convintissimo di essere gravemente malato e che non è rassicurato nemmeno dalle diagnosi mediche.
La persona ipocondriaca è malata ma non della malattia che immagina, va ascoltato ma non assecondato come fosse un bambino e, specialmente, non seguito nel suo peregrinare da un medico all’altro ma convinto a sottoporsi a una psicoterapia.
L’ipocondriaco va consigliato dicendogli di non consultare Internet e facendogli notare che altre volte i suoi sintomi non lo avevano portato a patologie gravi e che il suo egocentrismo non deve farlo uscire dalla realtà allontanandolo dagli altri.
Come curare l’ipocondria
Le cure per l’ipocondria devono essere psicologiche e farmacologiche nei casi più gravi.
Gli psicofarmaci più impiegati per curare l’ipocondria, sono gli antidepressivi triciclici e gli SSRI come la fluoxetina e le benzodiazepine che trattano l’ansia a breve termine.
Psicoterapia e ipocondria
Le psicoterapie sono tra i rimedi dell’ipocondria che hanno una maggiore efficacia nella cura dell’ipocondria. Possiamo distinguere due tipi di psicoterapia:
- La psicoterapia cognitivo-comportamentale coinvolge il paziente attivamente, cercando di portarlo a pensieri e comportamenti più funzionali perché possa comprendere meglio i sintomi corporei che sente.
- La psicoterapia strategica che cerca di scardinare il controllo ossessivo-compulsivo del paziente attraverso varie forme rituali che gli vengono assegnate come compito o focalizzazioni sull’organo bersaglio delle sue paure.
Sconfiggere l’ipocondria è dovuta dal buon esito di queste psicoterapie che, come sempre, ha bisogno del coinvolgimento della persona che deve essere convinta che sta facendo qualcosa che può aiutarla e questo, per un ipocondriaco, che pensa solo a farsi visitare dai medici, è la cosa più difficile e sulla quale ha bisogno dell’aiuto dei famigliari come sostegno.
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Bibliografia:
- Freud S.,Opere vol VII, Introduzione al Narcisismo 1914, Boringhieri Torino, 1975.
- Pasini W., Haynal A., Medicina Psicosomatica, Masson Milano, 1978.
- Nardone G., Bartoletti A., La paura delle malattie. Psicoterapia breve strategica dell’ipocondria, Ponte alle Grazie, Milano 2018.
- Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi mentali (DSM-5), Raffaello Cortina