Perché si soffre per amore e strategie su come dimenticare un amore.
Stare male per amore è normale ed è una delle situazioni più devastanti che ci possano capitare perché è come se il nostro cervello avesse un pensiero delirante, sempre presente.
Dobbiamo, però, renderci conto che non sempre riusciamo a elaborare il lutto di questa perdita, in maniera psicologicamente utile, se non ne accettiamo tutti i passaggi.
Secondo Kubler Ross (1970), le fasi del lutto sono:
- Rifiuto
- Rabbia
- Patteggiamento
- Depressione
- Accettazione
Come dimenticare un amore impossibile?
Potrebbe essere molto difficile e doloroso, potrebbe essere perciò utile andare da uno psicoterapeuta che ci può aiutare in questa elaborazione e sostenerci in un percorso per capire gli errori da non ripetere con un’altra relazione.
Questa maturazione personale oltre che aiutarci a dimenticare un amore aumenterà anche la nostra autostima.
In questo breve video introduttivo vi spiegherò le pene d’amore e come dimenticarle:
Perché si soffre per amore?
Hanno tentato tanti scrittori, sociologi, psicoanalisti e poeti di spiegare “perché si soffre per amore” con il risultato che non è spiegabile ma solo accettabile.
E’ così.
Quali sono i motivi psicologici per cui si soffre per amore e non si dimentica una persona? Come dimenticare un uomo o una donna?
Ci dobbiamo rendere conto che nel nostro passato, fin dall’infanzia, con eventi più o meno traumatici e dove c’è una sensazione di amore non ricambiato, si formano sofferenze d’amore che lasciano il segno.
Da tutto questo si forma l’idea dell’amore che deve essere sempre dato senza dubbi e incertezze ma con tutti noi stessi.
Quando c’è un “mal d’amore” è perché è venuto a mancare il pilastro alla gioia di vivere che c’era prima e si è aperta la caverna del dolore profondo.
Questo accade perché ci sono dei riflessi di quello che abbiamo vissuto nell’infanzia dove si formano le basi dell’affettività.
Lo stare male per amore sarà sempre più devastante quando si riaprono antiche ferite non ben rimarginate è non riusciamo a dimenticare una persona.
Quello che intendo dire è che se c’è autostima e fiducia in se stessi, ci sarà, per un amore perso, meno dolore devastante e un recupero più veloce del fallimento d’amore.
La forza sarà, proprio per il nostro amor proprio, riconoscere nel futuro amore non corrisposto, cosa fare e come comportarsi per evitare situazioni frustranti, precarie e perennemente conflittuali.
Depressione per amore?
Il rischio della depressione per amore ci può essere in persone particolarmente fragili e che vivono male l’abbandono della persona amata.
Durante l’infanzia può accadere che un bambino metta in atto dei comportamenti con il solo obiettivo di avere gratificazione e amore da parte dei genitori che così diventano, per il bambino, i giudici che danno affetto solo se si fanno le cose giuste.
Crescendo, in età adulta, resta l’idea che per essere accettati bisogna soddisfare il giudizio degli altri e non vivere pienamente la propria vita e soddisfare i propri desideri.
Le relazioni affettive saranno così improntate all’insicurezza, a non fidarsi dell’altro e alla rabbia che corrode dentro causando anche ansia e stress, poiché ci si sente dipendenti dall’altro e non ci si sente liberi verso se stessi.
Essere stati da bambini amati nella maniera sbagliata, porta a esserlo anche in età adulta nelle relazioni d’amore, auto sabotandosi in una specie di gioco fra il polo masochistico e quello sadico.
Se c’è la delusione per essere cresciuti con genitori emotivamente lontani, questo può portare, in età adulta, a relazioni d’amore molto intense e coinvolgenti tra l’amore e il dolore, quasi per riscattare le ferite del passato.
Sofferenza d’amore
Quando questo tipo di unioni si sciolgono, la persona psichicamente più fragile e più coinvolta, subirà una inevitabile sofferenza d’amore che la potrebbe portare alla depressione e alla necessità di farsi sostenere da una psicoterapia.
Approfondisci il tema leggendo “Depressione: sintomi, cause come uscirne“
Questa depressione era sicuramente sopita e si risveglia con il dolore della perdita di un amore che era come una stampella che portava la sicurezza che non era stata costruita prima nell’infanzia.
Non si riesce più a trovare un equilibrio, sembra che la vita sia finita e l’abbandono è vissuto come una perdita di se stessi, improvvisamente vuoti, soli e fragili di fronte al mondo.
La psicoterapia può aiutare a sostenere la sofferenza d’amore molto forte perché magari non si riesce a dimenticare una ragazza, e questa sofferenza travolge e fa perdere l’immagine positiva di noi stessi che avevamo prima e che sembra essersi volatilizzata con l’assenza della persona amata.
E’ necessario rendersi conto che bisogna fare un lavoro di psicoterapia ben fatto, per capire che l’immagine positiva di se stessi la dobbiamo costruire forte e consapevole per non ripetere gli stessi errori.
La psicoterapia non può cambiare il passato ma può offrire una buona elaborazione del lutto per acquisire la consapevolezza dei meccanismi interni che muovono la nostra personalità e rimettere in moto il desiderio di amare.
Consigli utili per dimenticare un amore:
Come dimenticare una persona?
Possiamo cercare di dimenticare un amore perché, purtroppo, la sofferenza d’amore ci deve essere per forza, altrimenti non è amore!
Stare male per amore è una procedura immancabile di un rito di passaggio inevitabile.
Francesco Alberoni scrive: ”La persona innamorata… vive una sorta di ebbrezza, di estasi. Platone considerava l’innamoramento un delirio ispirato dal dio, una follia divina”.
Per questo vediamo tutto il mondo come meraviglioso e, tutto quello che fa la persona amata, diventa perfetto e noi viviamo viaggiando su una nuvoletta rosa come se fossimo drogati.
Con il tempo che passa il grande fuoco iniziale della passione diminuisce ma l’amore per la persona che ci sta accanto è sempre vivo anche se con obiettivi diversi e più “umani” e normali.
Anche se abbiamo solo fantasie su una relazione affettiva che in realtà non esiste perché è un amore non corrisposto, i sentimenti sono sempre molto forti e disastrosi.Quando tutto finisce il senso di vuoto e il dolore infinito ci pervade in maniera distruttiva come se avessimo una crisi di astinenza d’amore, secondo alcuni studi dell’Università di New York.
Ghosting o no contact ?
Il ghosting, che è un termine derivante dall’inglese con il significato di “sparire come un fantasma”, è una tattica immatura e sicuramente aggressiva messa in atto da uomini e donne che, senza alcuna spiegazione, spariscono da una relazione d’amore o d’amicizia e i social l’hanno fatto diventare un fenomeno molto diffuso dal quale bisogna imparare a difendersi per non soffrire troppo.
Approfondisci il tema leggendo “Facebook e altri social: dove l’inganno sono amici virtuali e solitudine reale“
Sappiamo che on line vengono a formarsi incontri sentimentali dove è facile imbattersi in ghoster che vigliaccamente piuttosto che assumersi le loro responsabilità si dissolvono nel nulla lasciando la povera vittima con conseguenze dolorose da non sottovalutare perché possono portare a depressioni, sintomi psicosomatici e abbassamento dell’autostima.
Approfondisci il tema leggendo “Malattie Psicosomatiche e psicosomatica: cosa sono e tipologie“
Eppure dovremmo essere abituati ai social, ai messaggi e alle app di incontri e al fatto che al giorno d’oggi molte relazioni cominciano e finiscono online e che sparire nel nulla è diventato molto più facile. Ma perché alla vittima fa così male?
Alcuni ricercatori dicono che nelle relazioni dove si è stati vittime del ghosting non ci sono differenze di sofferenze maggiori di chi è stato lasciato con i metodi classici, altri studiosi parlano di livelli d’ansia maggiori in chi ne è stato vittima e che è una forma di rifiuto sociale che stimola nel cervello le stesse aree che vengono stimolate quando si sperimenta un dolore fisico.
Approfondisci il tema leggendo “Cos’è l’Ansia e come combatterla“
Sospesi nell’incertezza
Credo proprio che l’incertezza e l’insicurezza che produce nelle persone il modo di essere lasciate in questa maniera, dipenda soprattutto dal fatto che si sentono sospese in una specie di limbo. La certezza della fine della relazione quando il partner dice chiaramente “lasciamoci, non mi interessi più” è reale e, anche se fa male, è meglio che rendersi conto che si è volatilizzato come un fantasma.
Vedo negli occhi di queste persone che vengono nel mio studio e esprimono il loro dolore, una meraviglia come se si fossero svegliate da un incubo o come se avessero ricevuto una botta in testa senza motivo e fanno fatica a credere a quello che è successo.
Mi ha detto una paziente: “fino al giorno prima mi diceva che mi amava e poi non esiste più, dissolto come neve al sole e mi sembra un brutto sogno dal quale non riesco a risvegliarmi ma dove provo una grossa sofferenza, fa tanto male. Non sono nemmeno degna di ricevere una risposta?”.
Il ghosting ferisce così profondamente la vittima perché, dicono le neuroscienze, attiva nel cervello delle aree neuronali correlate al dolore fisico e porta conseguenze pesanti derivanti da questo violento e strisciante abbandono perché la persona comincia a rimuginare e a sentirsi in colpa andando alla ricerca di :”cosa ho fatto di male e dove ho sbagliato?”.
Dall’altra parte ti riempi di rabbia per quello che stai subendo cioè un abbandono senza nemmeno dirti il perché, e purtroppo speri anche in un suo ritorno e vengono messe in dubbio le tue capacità di giudizio e di scelta e di cosa è giusto per te, abbassando la tua autostima.
Approfondisci il tema leggendo “Come aumentare l’Autostima“
Ghoster, chi è?
Il prof. Peter Karl Jonason dell’università di Padova, in uno studio parla della triade della personalità del ghoster di narcisismo, machiavellismo e psicopatia anche se non tutti sono così.
Sicuramente è una persona che ha sensi di colpa che non vuole approfondire e non riesce ad affrontare le molte paure:
- Paura di trovarsi davanti ad una persona che potrebbe reagire violentemente o esprimendo dolore.
- Paura di ascoltare domande o lamentele e, quindi dover dare spiegazioni per cui pensa che sparendo ferirà meno.
- Paura che le sue insicurezze possano essere scoperte così da portare il ghoster a doversi confrontare con i conflitti e l’instabilità della sua vita emotiva.
Indubbiamente il ghoster ha una personalità che rasenta la patologia, sono narcisisti, egoisti e ipercritici, poco propensi all’empatia e sempre alla ricerca di approvazioni e realizzazioni personali, sono quasi sempre uomini molto seducenti e conquistatori e, specialmente, manipolatori che nella coppia cercano di non avere grandi coinvolgimenti emotivi.
Riescono anche a giustificare le loro “fughe” con scuse infantili dicendo che si volatilizzano per il bene dell’altro e quindi, care donne non cascate nella trappola di chi fa il misterioso o non si mette mai in discussione e ha sempre ragione lui fino ad arrivare a farvi sentire in colpa, scappate velocemente se non volete soffrire e avere altre delusioni.
Approfondisci il tema leggendo l’articolo “Delusione“
Ghoster: è sparito e ora cosa fare?
Purtroppo tutto questo porta le persone che hanno subito ghosting a entrare in una spirale di pensieri continui e rimuginanti e con tanta rabbia, mentre dovrebbero pensare :” Perché dedico tanto tempo e pensieri a una persona che si è comportata così e che non ha nemmeno il coraggio di dire addio?”.
Bisogna cominciare a pensare che questa non è la fine ma l’inizio di una vita con nuovi interessi e passioni e, specialmente con amici e parenti che distraggano e allontanino questi rimuginamenti, inventando interessi nuovi dagli sport ai viaggi o a quell’interessante corso che non si ha mai avuto il tempo di fare.
Infatti il dolore piano, piano comincerà a svanire se riusciamo a interessarci a cose che ci rendono felici, magari anche facendoci aiutare da qualcuno che possa dare sostegno e una buona spinta verso l’alto all’autostima come una psicoterapia.
Approfondisci il tema leggendo l’articolo “Psicologia e Psicoterapia a Padova“
No contact potrebbe funzionare?
A differenza del ghosting, il no contact è una vera e propria strategia che viene attuata, specialmente dalle donne, per prendere le distanze da un amore tossico o da persone che le fanno stare male e soffrire e viene applicato da chi si sente parte lesa in una relazione.
Approfondisci il tema leggendo l’articolo “Relazioni Tossiche: Crepacuore, dipendenze affettive e truffe d’Amore“
Spesso il no contact viene esplicitato chiaramente dalla persona che si è resa conto che la sua relazione non può più proseguire, mentre il ghoster scappa senza dire niente, lasciando una situazione di confusione e intontimento.
Quindi il no contact è da applicare quando bisogna mettere una giusta distanza, all’interno di una relazione, per allontanare l’altro che produce sofferenze e non vogliamo averlo più vicino anche se è stato tentato un dialogo che non basta per riuscire a cambiare la situazione o a migliorarla.
Tutto ciò risulta ancora più difficile quando c’è una coppia con figli in comune e me ne sono resa conto perché alcune di queste coppie sono venute a fare un percorso di psicoterapia di coppia per mediare su una separazione che spesso risulta complicata per le varie esigenze familiari e quindi la mediazione diventa molto importante per bilanciare le esigenze di tutti e due.
Approfondisci il tema leggendo l’articolo “Terapia di Coppia, come risolvere i problemi“
No contact significa mettere una giusta distanza tra due persone che hanno bisogno, per ottenere questo, di un certo periodo di elaborazione e ristrutturazione mentale per poterlo accettare perché escludere l’altro dalla propria esistenza non è semplice.
Ci sono delle regole da seguire come l’esclusione di telefonate, messaggi, Email, social, famiglie di origine e amici dell’altro e, specialmente, tentativi di far capire cosa non andava nella relazione e pensare che l’altro possa cambiare o cercare di manipolarlo e ricattarlo con il no contact.
Sicuramente non è facile ma è l’unico modo per riprendere in mano la propria esistenza con cambiamenti che serviranno a non commettere più errori di valutazione quando si incontrano persone “tossiche”.
Ricordatevi che una psicoterapia potrebbe aiutare a fare questo nuovo percorso e a superare sofferenze e sensi di colpa che affiorano ma, in modo particolare, a ricostruire l’autostima.
Approfondisci il tema leggendo l’articolo “Cosa aspettarsi dalla terapia di Coppia“
Astinenza d’amore, sintomi
Anche l’astinenza d’amore produce sintomi molto dolorosi come:
- Insonnia, inappetenza, poca concentrazione.
- Difficoltà nel lavoro e nello studio.
- Ansia e depressione.
- Autostima peggiorata.
- Ricerca continua del partner.
- Pensieri sulla negazione della fine della relazione.
- Non reazione al dolore perché il dipendente emotivo si sente paralizzato senza l’altro.
Come lasciare andare un amore
Ci sono delle strategie che possiamo mettere in atto su “come lasciare andare un amore” che possono essere utili ma che, se il dolore e la depressione sono molto forti, non sostituiscono una psicoterapia.
- La sofferenza non può non esserci ma deve essere una fase di passaggio.
- Bisogna essere determinati nel cancellare qualsiasi traccia della persona amata da tutto.
- La parola d’ordine è “cambiamento”.
- Conoscere persone nuove e cambiare le abitudini di coppia.
- Frequentare posti non ancora visitati.
- Coccolarsi con situazioni piacevoli e rilassanti come massaggi o Terme.
- Cercare le passioni personali che prima non si potevano attuare.
- Fare movimento sicuramente aiuta.
- E’ un’esperienza dolorosa, ma pur sempre un’esperienza, che servirà per la prossima volta.
- Il vecchio detto “chiodo, scaccia chiodo” è sempre valido, specialmente se chi ha lasciato lo ha fatto con un tradimento e continuando la relazione con la persona con la quale ha tradito.
- Il tempo che passa e i ricordi che si allontanano sono il sintomo che stiamo rinascendo.
Ricordiamoci che la qualità della vita è importante e che si basa anche su piccole cose e piccole felicità che dobbiamo costruirci ogni giorno.
Approfondisci il tema leggendo l’articolo “Qualità di Vita“
Dal “Simposio” di Platone:
“Gli amanti che passano la vita insieme non sanno dire che cosa vogliono l’uno dall’altro.
Platone
Non si può certo credere che solo per il commercio dei piaceri carnali essi provano una passione così ardente a essere insieme.
E’ allora evidente che l’anima di ciascuno vuole altra cosa che non è capace di dire, e perciò la esprime con vaghi presagi, come divinando da un fondo enigmatico e buio”.
Bibliografia
- Umberto Galimberti, La terra senza il male, Feltrinelli, Milano 1984.
- Platone, Simposio, Rusconi, Milano 1991.
- Umberto Galimberti, Gli equivoci dell’anima, Feltrinelli, Milano 2007.
- Francesco Alberoni, Ti amo, Rizzoli, Milano, 1996.
Foto
Foto di Munarin Matteo