Come risolvere i problemi generati da una crisi di coppia è uno dei più importanti aspetti che troviamo nei matrimoni e, più in generale, nelle coppie degli ultimi anni.
All’inizio la coppia funziona e tutto fila liscio, poi in maniera inaspettata arriva la crisi matrimoniale e si arriva ad odiare una persona che fino a poco tempo fa era la tua metà. Siamo di fronte alla vita
di coppia in crisi.
Ecco allora che affrontare insieme una terapia di coppia può essere un toccasana per ritrovare serenità ed intimità all’interno della coppia.
In questo articolo tratteremo i temi seguenti:
Come recuperare un rapporto in crisi: video introduttivo
Per iniziare ti consiglio vivamente di guardare questo mio brevissimo video introduttivo sulle crisi di coppia:
Evoluzione dei rapporti di coppia: passato vs. presente
Passato: rapporto di coppia basato sugli interessi familiari
Nel passato la coppia si formava per interessi famigliari o di lavoro.
Le relazioni di coppia, in quanto tali, non erano riconosciute oltre la funzione riproduttiva o lavorativa.
I matrimoni erano combinati e non avevano importanza le scelte dei partner o i sentimenti dei rispettivi coniugi: l’innamoramento non serviva, era un sentimento troppo fragile perché non sempre durava nel tempo e non c’era la sicurezza di aver scelto la persona giusta specialmente dal punto di vista sociale.
La vita di coppia, che ne garantisce la durata, non era nell’investimento emotivo dei due partner ma nel contratto economico e sociale che era stato fatto.
Presente: rapporto di coppia basato sull’amore
L’intimità e il rapporto di coppia basato sull’amore, dove è fondamentale la relazione tra i partner, diventa il nucleo di rottura del modello basato sugli interessi famigliari.
Ecco quindi che, in questa nuova tipologia di rapporto, arriva il conflitto di coppia.
La coppia non deve più puntare sulle alleanze parentali o le convenienze di una o dell’altra famiglia di origine e nemmeno nell’obiettivo di avere figli, perché è la coppia stessa l’obiettivo principale.
Intimità, affettività e amore diventano i codici che dominano la vita di coppia.
Con questa evoluzione e con l’emancipazione femminile il rapporto di coppia cambia, si trasforma, diventa un vero rapporto tra due persone legato da sentimenti, e come tale è anche vulnerabile, più soggetto a crisi e problemi di coppia.
Già nei primi anni sessanta la giornalista e femminista Betty Friedan con il suo libro “La mistica della femminilità” capta i disagi che hanno le donne nel soddisfare l’ideale della casalinga e della ragazza della porta accanto.
La maggiore istruzione e le occasioni di lavoro delle donne hanno cambiato il rapporto di coppia in una modalità meno di fusione e più di rispetto per l’autonomia e i desideri femminili.
Da cosa è causata la crisi di coppia
In una relazione di coppia è quasi normale che, prima o poi, arrivi la crisi di coppia.
I sintomi del disagio devono fare i conti con due elementi della vita di coppia: con chi siamo stati e come abbiamo gestito il rapporto.
Spesso tendiamo a rigettare la persona e a preservare il metodo, cosicché finiamo per riversare nelle nuove relazioni di coppia le frustrazioni, i dolori e le colpe acquisite in precedenza.
Crisi di coppia: da situazione al limite a opportunità di crescita per entrambi
Una crisi di coppia, così come i problemi e le difficoltà di coppia che ne derivano, non sempre devono essere viste attraverso un aspetto totalmente negativo, quanto piuttosto come un aspetto sia della vita di coppia che del singolo individuo, che sta affrontando un cambiamento e un’opportunità di crescita.
Migliorare il rapporto di coppia è un lavoro fatto giorno per giorno, cercando il benessere psicologico e fisico di entrambi e dove l’ansia nel rapporto di coppia può essere risolto con il dialogo.
La crisi matrimoniale è quasi un passaggio obbligato per tutte le coppie: dove prima c’era la fase iniziale dell’innamoramento, poi quella della conoscenza dei limiti e difetti del partner, una volta sopraggiunta la stabilità ecco che arrivano i litigi e i primi problemi coniugali.
I sintomi di una coppia in crisi
Una coppia in crisi manifesta i seguenti sintomi:
- Incomprensione di coppia è, forse, la situazione più penosa perché passa da un prima dove il dialogo era semplice ad un presente in cui le parole sembrano dette in un’altra lingua, lontana ed estranea alla coppia.
- Mancanza di comunicazione nella coppia, che è la fase ancora più critica perché la coppia non si parla più.
- Mancanza di sesso nella coppia, diventa il sintomo che chiude la parentesi degli altri due e che avverte la coppia che sta arrivando a un punto di non ritorno.
Dinamiche che possono indicare una crisi di coppia
Spesso nelle dinamiche di una crisi di coppia intervengono vari fattori e anche persone esterne.
Vediamone i principali:
- Una famiglia di origine troppo invadente può prendere il sopravvento, minare l’equilibrio e creare una crisi coniugale.
- Una monotonia di coppia dove non c’è il coraggio di esprimere i propri desideri su ciò che ci piacerebbe fare, senza avere paura di deludere l’altro, può generare una incomprensione di coppia.
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Se si lavora insieme, si vive insieme, si fanno le vacanze insieme e si frequentano insieme le stesse persone, c’è il grave rischio di morire di noia, insieme, e creare conflitti di coppia.
Per mantenere una sintonia di coppia non è necessario fare sempre tutto insieme: non bisogna creare una coppia simbiotica come quella che si forma tra madre e figlio, perché anche la coppia adulta vuole la sua indipendenza. - Possessività e controllo eccessivi, gelosia, possono creare problemi coniugali che portano aggressività nella coppia.
- Anche la nascita di un figlio può creare una crisi matrimoniale, quando la madre si dedica solo al bambino trascurando il rapporto di coppia e la sessualità.
- Infine, il tradimento: naturalmente, il tradimento del partner è un altro ostacolo che mina la complicità di coppia, e va sicuramente affrontato nella maniera migliore e più approfondita con una terapia di coppia.
La trasgressione è un tratto insito nella vita di coppia: può essere aggirata ma non eliminata, almeno nelle fantasie, e per non tradire bisogna limitarsi pensando alle conseguenze che porterebbero a una crisi di coppia.
INTMITA’ nella coppia dopo la nascita dei figli
Secondo una recente indagine sono molte le donne che lamentano una scarsa intimità di coppia dopo la nascita dei figli comprendendo anche il calo del desiderio che riguarda anche gli uomini. Perché succede? Quali conseguenze può avere sulla relazione?
Secondo quanto emerso dall’indagine condotta da Me First, su 2754 donne di tutta Italia il 45% lamenta una scarsa intimità con il proprio compagno da quando è diventata mamma e per il 15,9% l’intimità è addirittura totalmente assente mentre solo il 3,5% delle mamme la considera ottima.
Dalla ricerca, che aveva come obiettivo quello di valutare lo stato di benessere delle donne in seguito all’arrivo dei figli, sono emersi però altri elementi interessanti: il 35,1% delle mamme, per esempio, ha dichiarato di aspettarsi dal partner attenzioni che non arrivano mai o non quanto si vorrebbe, il 25,5% cerca di coltivare il contatto con il partner e il 12,2% dichiara invece di vestire i panni della mamma h24, senza spazio per il partner.
Le nuove mamme, quindi si rendono conto dell’importanza dell’intimità nella coppia ma non riescono a gestire il nuovo contesto fatto di stanchezza, poco tempo, ansie e pensieri sui figli che portano a una difficoltà di comunicazione.
In tutto questo arrivano gli stereotipi della donna che con il figlio raggiunge il coronamento di un desiderio che la porta ad avere meno interesse per il partner e ad essere meno femminile e seduttiva e con un desiderio sessuale diminuito.
Tutto questo può essere vero per la donna che in questi momenti ha la necessità di ritornare a riprendersi un corpo cambiato dalla gravidanza e dal parto e proprio per questo le parole e le attenzioni del partner diventano ancora più importanti.
Il primo contraccolpo che l’intimità di coppia subisce arriva nel periodo del post parto che è un momento delicato, in cui è fisiologico che si assista a un calo del desiderio, però capita spesso che l’astinenza del puerperio si prolunghi anche nei mesi successivi, generando una dinamica dalla quale diventa sempre più difficile uscire e che potrebbe aver bisogno di qualche colloquio di terapia di coppia per risolvere i problemi prima del peggioramento della situazione.
Come affrontare e superare la crisi di coppia e i relativi problemi di coppia
Come superare una crisi di coppia è la prima e fondamentale domanda che si pongono i due partner per recuperare un rapporto in crisi.
La volontà di recuperare un rapporto di coppia può nascere da motivazioni diverse, ma per superare la crisi bisogna avere anche la forza e la capacità di accettare le indispensabili trasformazioni che la coppia deve mettere in atto per recuperare un rapporto in crisi.

Imparare ad ascoltarsi
C’è la tendenza a ricercare le cause delle crisi di coppia all’esterno, mentre è importante valutare tutti gli aspetti anche quelli interni alla coppia per recuperare un rapporto che cambia e si evolve, inevitabilmente, con il passare del tempo.
Per superare una crisi di coppia dobbiamo guardarci internamente e non all’esterno: bisogna ricercare quell’attrazione reciproca che non è solo sessualità, ma una particolare alchimia che deve attuarsi nella coppia attraverso elementi che si attraggono.
Venirsi incontro
La mediazione deve diventare lo strumento principale per come uscire da una crisi di coppia, e il primo passo è affrontare e accettare la crisi senza tanta ansia, perché potrebbe diventare il mezzo per formare una coppia nuova.
La sessualità può diventare terreno di scontro perché il sesso per la coppia è sinonimo di complicità e piacere da dare e da ricevere per recuperare un rapporto in crisi.
L’ansia e la paura combinano guai, perché portano a negare che c’è un’incomprensione di coppia e si cercano facili soluzioni, negando l’evidenza e così la crisi coniugale ritornerà più forte e pericolosa.
La regola del 2-2-2 sembra essere il segreto della felicità di una vita di coppia
Nel 2023 l’Istat ha certificato un calo dei divorzi rispetto al 2016 con un -3.3% ma anche delle separazioni con -8.4%. Certo bisogna anche aggiungere che anno dopo anno calano anche i matrimoni, mentre crescono le unioni civili.
Molte persone che hanno una relazione stabile e duratura, spesso faticano a capire come mantenerla e trovare il segreto in grado di stabilire l’armonia all’interno di una coppia e ha preso sempre più piede una regola semplice da ricordare e da applicare, basata sul numero 2.
La regola del 2-2-2 sembra essere il segreto della felicità di una vita di coppia, e sia quella in grado di evitare che una relazione diventi noiosa e è stata inventata da un uomo sposato da oltre 30 anni e che per la prima volta l’ha raccontata spiegando che l’idea alla base della regola del 2-2-2 è la ricerca del tempo di qualità da trascorrere con il proprio partner.
Tutto questo potrebbe sembrare una banalità, ma travolti dagli impegni talvolta non è semplice trovare del tempo da condividere con la persona amata e questo può rischiare di far allontanare le persone che magari trovano quei momenti di vicinanza con un’altra persona semplicemente perché più reperibile, rispetto a un partner che si incontra per poche ore rapidamente la sera e, magari anche distrattamente.
La regola del 2-2-2 propone tre semplici consigli per stabilire una routine in cui ritagliarsi dei momenti insieme al proprio partner:
- uscire insieme la sera ogni 2 settimane;
- fare un weekend insieme ogni 2 mesi;
- partire per una vacanza di una settimana ogni 2 anni.

- E se proponessimo la regola del 2-6-1?
- Fare una sera fuori, di coppia, ogni 2 settimane,
- weekend fuori, facendone uno ogni sei mesi, ·vacanza di una settimana ogni anno
Tutto dipende da quello che è più consono al nostro stile di vita, ma è importante non sgarrare e attenersi al programma deciso per non deludere il partner.
Crisi di coppia: i campanelli di allarme
“Prevenire è meglio che curare”, il famoso proverbio è fondamentale per riuscire a capire quando nella coppia stanno arrivando i segnali del “non ritorno”.
Sesso, passione, desiderio, intimità, complicità: è intorno a loro che ruotano le rotture di una coppia e diventano le parole da decifrare perché sembrano scritte in un’altra lingua.
C’è un’altra parola che indica come è messa la coppia ed è “noia”, forse la peggiore di tutte perché vicino c’è quasi sempre la parola “rabbia”, e in tutto questo il sesso è il termometro principale che comincia a scendere fino ad arrivare all’era glaciale.
In coppia per stare bene non dobbiamo essere forzatamente uguali ma accettare che l’altro possa fare e dire cose sulle quali non si è in sintonia ma va bene lo stesso magari, anche litigando, ma sapendo che l’altro ha idee opposte.
La vicinanza diventa soffocante quando non c’è lo spazio per se stessi ed è meglio sentire la mancanza dell’altro piuttosto della troppa vicinanza che assomiglia più ad una dipendenza che ad un vero e sincero desiderio di intimità.

Monkey Barring : le persone che passano da un partner all’altro per paura della solitudine
Monkey barring: che cos’è
Questo modo di dire si riferisce al comportamento tipico delle scimmie sulle liane: c’è un momento in cui con una zampa sono aggrappate a una liana e con l’altra zampa a quella successiva. Solo quando hanno ben salda la seconda lasciano la prima, altrimenti cadrebbero nel vuoto. Lo stesso comportamento è usato da alcune persone con i rispettivi partner: non lasciano andare la relazione fino a quando non ne hanno avvicinata o cominciata un’altra, così da non rimanere mai soli.
E’ una novità? Sicuramente no perché è un’abitudine tossica già sperimentata, e oggi dove è sempre più complicato fare vere amicizie, la paura della solitudine si avverte più forte che mai.
Viene cercata la stabilità, l’abitudine, la sicurezza con la presenza di un compagno che possa esserci vicino così da alleviare un po’ la pesantezza della vita quotidiana. E’ evidente che mantenere una relazione mentre già ci si sta aggrappando a un altro partner, significa anche che l’altro resta completamente all’oscuro delle nostre intenzioni.
Si crea un legame sentimentale con un altro individuo, una sorta di “sostituto” che possa immediatamente andare a colmare il vuoto che lascerà il primo soggetto. Forse lo si può definire tradimento? Sicuramente si può chiamare inganno.
Indubbiamente chi subisce il monkey barring non lo sa: quando lo scopre, è già troppo tardi perché l’altro ha già una relazione con un’altra persona. Chi attua questa manipolazione spesso mette in atto una vera e propria abitudine che porta a passare da un partner all’altro per noia, per solitudine, per paura, per i motivi più diversi.
Il cambiamento deve partire dall’interno, dalla consapevolezza di ciò che si vuole e di ciò che si è, senza cercare affermazione nell’altro, senza esistere solo nella coppia, ma dandosi un’identità come individuo. Tutto questo fa pensare ad una mancanza di autostima o a traumi più profondi che portano a questo eccessivo bisogno di sicurezza relazionale.
Di base c’è spesso l’incapacità di gestire la solitudine, il bisogno di una relazione a tutti i costi perché diventa un mezzo di affermazione, uno strumento che esiste solo se si è in coppia perché è nella coppia che ci si sente sicuri, appagati, completi. L’affetto altrui fa da regolatore emotivo, funge da affermazione della propria esistenza, che altrimenti apparirebbe vuota, senza senso. Una sorta di dipendenza affettiva inserita anche in difficoltà comunicative che non permettono di dire sinceramente al partner che la relazione è finita.
Da qui la ricerca dell’espediente più facile, ma decisamente poco onesto e molto egoistico di affrontare la rottura, anche un po’ vigliacco perché è come procurarsi sempre una rete dove cadendo non ci si farà mai del male ma l’altro partner viene lasciato nel suo dolore, senza pensare ai suoi sentimenti mentre il “fedifrago” è già attaccato all’altra liana a cui aggrapparsi.
Quando finisce un amore?
Dallo studio fatto da Kate Blackburn, ricercatrice dell’Università del Texas, sembra che mesi prima, analizzando le forme verbali di una coppia in crisi, hanno osservato che i linguaggi diventavano più informali e più centrati su loro stessi.
Tutto questo può servire sicuramente come ricerca ma i partner non sono così razionali da captare questi cambiamenti, specialmente durante una crisi, che, indubbiamente, possono essere utili allo psicoterapeuta per analizzare le coppie.
L’altro non è mai scontato e più lo sorprendiamo, più ci guarderà con meraviglia e interesse perché essere intriganti è un reinventare noi stessi e anche la nostra coppia che si evolve nel tempo e, quindi, ha bisogno di nuovi “pit stop”.
La coppia deve incontrare le crisi che sono come riti di passaggio sicuramente utili se li sappiamo sfruttare bene evolvendosi nel cambiamento, perché la coppia ferma e stagnante è regressiva e non progressiva.
Come possiamo superare la crisi? Solo attraversandola, vivendola nella sua evoluzione senza paura di perdere il partner o usando espedienti “tappa buchi”, o convincendoci che va tutto bene, perché la crisi non va negata anche se potrebbe portare a una chiusura della relazione.
Questo capita anche nelle terapie di coppia che vedo nel mio studio perché dico sempre alle coppie che questo percorso viene fatto per conoscersi meglio e capire se c’è la possibilità di continuare a stare insieme o a separarsi.
Mankeeping: meglio single che psicologhe per i partner
Mankeeping: le donne non vogliono fare da psicologhe ai partner. Perché dimenticarsi di chi sono per farsi carico delle questioni emotive del partner con il risultato di sentirsi frustrate e con problemi di coppia? Così preferiscono non intraprendere relazioni e restare single.
Una “mankeeper” è una donna impegnata costantemente a supportare, motivare, aiutare il partner, senza che dall’altra parte possa esserci lo stesso impegno e questo porta le donne ad annullarsi del tutto per soddisfare le esigenze dell’altro.
I ricercatori di Stanford hanno coniato il termine di mankeeping (mantenimento dell’uomo), nel 2024 e lo hanno fatto studiando la crescente solitudine nel mondo maschile, dove si è restii a parlare di argomenti intimi e personali, a condividere le proprie emozioni profonde, a sviluppare emotività, e devono essere sempre forti, performanti, dei leader, dei capi.
Oggi gli uomini hanno meno amici delle donne, soprattutto nella fascia d’età compresa tra i 15 e i 34 anni. E a chi tocca poi sopperire a queste mancanze? Alle partner. Il carico emotivo degli uomini viene completamente addossato a loro. Le donne diventano una sorta di “caregiver” per risolvere i problemi, e scaricare frustrazioni, negatività, fardelli emotivi e questo tipo di accudimento non fa bene alla donna che con questo carico emotivo si annulla e alla coppia dove la relazione diventa tossica perché non equilibrata e dove tutto è fatto solo per lui: sostegno supporto e aiuto.
La compagna deve sopprimere i suoi bisogni emotivi per favorire il partner ed è per questo che c’è la tendenza nelle donne a restare sole.
E’ il destino dell’educazione femminile che trasmette che la donna debba essere comunque materna anche quando non è madre, cioè completamente disponibile fino a dimenticare sé stessa e i suoi bisogni perché non ha ricevuto l’insegnamento che un buon genitore sa anche mettere confini e dire di no.
Il rischio principale di una coppia pervasa dalla dinamica del mankeeping è che la partner che si trova sovraccaricata e sovrastata dai problemi dell’altro arrivi a stancarsi e può arrivare la “soglia del non ritorno” dove la relazione non è più riparabile
I rischi del mankeeping sono quelli di stancarsi definitivamente del partner e chiudere il rapporto o, peggio, di silenziarsi e annullarsi per fare spazio alle sue questioni emotive.
Separazione, Divorzio
Come superarli e ritrovare l’equilibrio
All’inizio di un divorzio o di una separazione possono succedere situazioni inaspettate che non sembrava possibile potessero accadere ma che, invece capitano anche a chi è particolarmente razionale e che distraggono dal lavoro fondamentale necessario per superare emotivamente la separazione.
Sappiamo che una separazione è spesso associata a molte conseguenze negative che toccano l’emotività e i sentimenti ma anche hanno ricadute economiche pesanti.
Dalle ricerche fatte si è notato che le donne ricominciano una convivenza meno spesso degli uomini e questo significa che esistono differenze nel modo in cui uomini e donne vivono le rotture di storie sentimentali importanti, come un matrimonio o una lunga convivenza.
Sappiamo che le donne sarebbero più danneggiate a livello economico dalla fine della relazione anche nei paesi ad alto reddito rischiando problemi economici pesanti, ma non solo: le donne ottengono più spesso la custodia fisica dei figli rispetto agli uomini, vedendo di frequente ridotte le loro opportunità di incontrare nuovi partner.
Diversamente, secondo la letteratura scientifica, gli uomini sarebbero più colpiti nel benessere psicofisico, con una tendenza a rimanere legati mentalmente alle loro ex partner più a lungo, probabilmente perché ricevevano supporto, comprensione e empatia da loro.

Che differenze nell’amore tra uomo e donna?
Vediamo che la donna è, di solito, quella che inizia con l’idea della separazione, parlandone per prima o dando l’avvio all’istanza di divorzio. Dopo una rottura, gli uomini sarebbero meno consapevoli dei benefici delle separazioni rispetto alle donne, e notano meno cambiamenti positivi (come aver capito di più su ciò che vogliono da una relazione), e meno emozioni positive come sollievo e gioia, e soffrono di insonnia, dopo una rottura, per un periodo più lungo.
Le donne invece, nel post rottura, si sentirebbero meno sole e meno insoddisfatte, mentre gli uomini diventano più attivi nella ricerca di un nuovo partner e sono più propensi a formare nuove relazioni. Se poi ci soffermiamo alla salute e all’aspettativa di vita, le donne sole e gli uomini sposati stanno meglio, come se scoprissimo che per gli uomini la relazione potrebbe anche essere un fattore protettivo nella vecchiaia mentre per le donne diventa un fattore di stress.
Cosa possiamo fare per affrontare una nuova relazione in maniera positiva?
Bisogna impegnarsi nel cambiamento cominciando dagli spazi che ora sono solo nostri e che dobbiamo riutilizzare solo per quello che ci interessa di più, per cui tutto quello che era suo, ora diventa “mio” con il mio gusto e con i miei oggetti.
Pensare alle cose che volevo fare e non ho mai fatto: ecco il momento adatto!
Anche rinnovare le amicizie con nuove conoscenze, per costruire un futuro al di là della relazione passata.
Va bene anche affidarsi ad una psicoterapia, perché ogni passo fatto, per quanto piccolo, è un investimento importante per la vita che si desidera avere.
Il tuo rapporto di coppia sta attraversando una crisi? Scoprilo con un breve test
Il partner sembra non avere più desiderio sessuale: tenti un chiarimento o pensi di lasciarlo?
Scopri come il desiderio sessuale del partner agisce sul tuo stato d’animo e sul rapporto di coppia:
1. Se lui/lei non mostra desiderio sessuale per me:
A. Me ne sto al mio posto: non so che cosa fare
B. Cerco di parlargli/le per capire quali sono le sue difficoltà.
2. Se non ho voglia di fare sesso e lui/lei ci prova?
A. Lo faccio lo stesso, così non affronto spiegazioni che, forse, nemmeno io conosco, ma che mi fanno paura
B. Parlo con il/la partner per rassicurarlo/a del mio affetto anche se in questo momento non c’è sesso.
3. Se da tempo non c’è sessualità è il caso di:
A. Spaventarlo/a dicendo che lo/a lascio perché non prova più niente per me
B. Intavolare una discussione serena e se non ottengo risultati propongo una terapia di coppia.
Soluzione al test
Con una predominanza di risposte A siamo di fronte a una persona che si sente in colpa e ha paura delle risposte che può dargli l’altro, perché possono metterla in discussione sulle fragili opinioni che ha sulla coppia e su di sé e, forse, inconsciamente vuole boicottare la coppia.
Maggioranza di risposte B: c’è sicuramente il tentativo responsabile di salvare la coppia, mettendo anche in discussione i propri principi e responsabilità.
C’è la volontà di cambiamento: può aiutare a rinnovare la coppia.
Naturalmente tutto può essere sfumato da una parte o dall’altra qualsiasi sia il risultato del test, ma potrebbe essere un buon inizio per comunicare al partner, in maniera trasversale, come sentiamo certi comportamenti che ci possono infastidire nel rapporto.
Spesso nella terapia di coppia vengono espresse situazioni mai confessate, anche dopo parecchio tempo di relazione, e che minano la coppia.
Superare problemi e crisi di coppia attraverso la terapia
A chi rivolgersi quando sorgono problemi di coppia? Questo è sempre un quesito difficile, perché non si sa cosa fare e l’ansia è molto forte.
In presenza di un rapporto di coppia in crisi, la terapia di coppia risulta sempre molto utile, e per questo è utile rivolgersi ad un psicologo psicoterapeuta.
La terapia di coppia dà la possibilità di esporre davanti a un terzo alcune problematiche che, se contenute nella sola intimità, tenderebbero a stratificarsi e ad aggravarsi.
La coppia è una realtà dove convivono differenze di vario genere ed evolve trasformandosi sia nella vita affettiva sia relazionale.
La sessualità di una coppia può essere migliorata attraverso indicazioni e consigli, ed è trattata dal terapeuta come un comune sintomo.
È considerata un mezzo molto utile per le incomprensioni di coppia sedimentate in un rapporto e, al contempo, nelle singole individualità.
La
relazione di coppia nel tempo cambia e
questo può portare disagio perché non sempre i cambiamenti sono capiti dal
partner.
Spesso pensiamo che le incomprensioni di coppia possono essere aggiustate con
l’impegno e la buona volontà ma non sempre è così semplice, e tutto si può
cronicizzare.
Un percorso di terapia di coppia, come quello che propongo nel mio studio di Padova e online, può far emergere conflitti di coppia che portano spesso a incomprensioni e aggressività
Il compito del terapeuta è infatti quello di aiutare le coppie a recuperare un rapporto in crisi: il terapeuta individua con la coppia quale percorso fare e quali sono gli obiettivi da raggiungere insieme, mentre i due partner impareranno a gestire la loro coppia diversamente, mettendo in discussione i vari problemi senza cadere nell’aggressività e nelle colpe reciproche.
La terapia di coppia diventa fondamentale quando ci sono problemi sessuali: in questo caso il sessuologo, attraverso mansioni che i partner eseguono a casa, può aiutarli a risolvere attraverso un percorso apposito.
Spunti finali per la gestione della crisi di coppia
Come ho anticipato nel video introduttivo all’inizio di questo articolo, molto spesso le coppie intraprendono un percorso di terapia di coppia quando la crisi è già ad uno stadio avanzato.
Per una buona riuscita del percorso di terapia, e per il bene di entrambi i partner, è importante riconoscere ed accettare di avere bisogno di un mediatore fin da subito, prima che le cattive abitudini ed azioni diventino lo standard della relazione.
Ti è mai capitato di ritrovarti in una crisi di coppia? Se sì, come sei riuscito ad uscirne? Se ti va, puoi raccontarmelo con un commento qua sotto.
Bibliografia
Andolfi M., La crisi della coppia. Una prospettiva sistemico-relazionale, Cortina, Milano 1999.
Pasini W., La vita a due, Mondadori, Milano 2004
Friedan B., La mistica della femminilità, Edizioni di Comunità, Milano, 1976
Pasini W., A che serve la coppia, Mondadori, Milano 1995
Pasini W., Volersi bene, volersi male, Mondadori, Milano 1993
Saraceno C., Coppie e famiglie, Feltrinelli, Milano 2016
Manara F., In coppia per amarsi, Sperling & Kupfer, Milano 1996
Willi J., La collusione di coppia, Franco Angeli, Milano 2001
Bernard C., Schlaffer, Lasciate in pace gli uomini, Feltrinelli, Milano 1991
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